lunedì 21 gennaio 2013

CHI NASCE IN ITALIA E' ITALIANO!


Da che cosa può scaturire un rinascimento culturale di un paese che ha perso tutti i punti riferimento? Un paese che sembra non avere più valori in cui credere e riconoscersi?
Il riscatto, quello morale almeno, può partire da una semplice e piccola legge: le seconde generazioni, quindi i figli degli immigrati che sono nati e cresciuti in Italia, devono avere gli stessi diritti dei loro coetanei italiani.
Non voglio fare facili discorsi buonisti, ma spiegherò i benefici civili ed economici di un paese che attua una legge sull’immigrazione che ambisca alla solidarietà e all’interazione tra i popoli.
Il più grande fattore di crescita del mondo occidentale, quello che resisterà alla crisi economica, è il Capitale Umano, secondo il quale ogni individuo deve essere messo nelle condizioni di poter sviluppare al massimo le sue conoscenze, competenze, abilità ed emozioni. Il capitale umano è alla base del sistema delle relazioni interpersonali, le quali generano l'identità sociale della comunità e lo stesso grande economista Premio Nobel Amartya Sen ha studiato quanto questo influisca nel Pil e nel Reddito Pro-capite.Uno dei principali motivi della crisi italiana è proprio legato al fatto che abbiamo un modello produttivo sbilanciato verso produzioni a scarsa intensità capitale umano, così il divario, circa il livello medio di istruzione e competenza, rispetto agli altri Paesi industrializzati è cresciuto. Questa carenza penalizza sia i settori di ricerca e sviluppo che la proficua acquisizione ed utilizzo di tecnologie importate dall’estero, perciò l' Italia rimane fossilizzata sui modelli di sviluppo tradizionali.
Il capitale umano parte dall’ambito familiare, e per questo è necessario rivoluzionare la legge sull’immigrazione in Italia, poiché la Legge Bossi-Fini ha come cardine fondamentale la seguente normativa: se tu vuoi cercarti un lavoro in Italia, puoi venire in Italia solo se hai già un lavoro! Questa legge assurda ha provocato una quantità abnorme di clandestini, che si rivolgono al lavoro nero oppure ad attività illegali, come il narcotraffico. L’integrazione in questa situazione è molto difficile, e ricordiamoci che gli immigrati rappresentano oggi l’8% del PIL e ci sono molte aziende, specie nel nord-est, che chiuderebbero senza di essi. Ovviamente la legge va cambiata, ma il secondo passo per sviluppare il capitale umano è la socializzazione, all’interno dell’ambiente scolastico, del figlio di immigrati nato e cresciuto in Italia.
E' necessario e conveniente permettere ai figli degli immigrati di valorizzarsi ed autodeterminarsi, poichè devono e possono essere un valore aggiunto per il paese. Prima cosa da fare per integrarli? Chi nasce e cresce in Italia, entro massimo 5 anni è un Italiano. Se faremo questo, forse tra qualche anno non dovremo più parlare di Integrazione, toglieremo una G da quella parola, e parleremo di Interazione.Come Giovani Democratici, auspichiamo l'attuazione di una legge in merito nei primi 100 giorni della prossima legislatura.

Paolo Bignardi
GD Bassa Modenese